Compriamo a Napoli: intervista a Giuliana Palumbo

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Compriamo a Napoli: intervista a Giuliana Palumbo

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Compriamo a Napoli: intervista a Giuliana Palumbo

Gli effetti della pandemia sono stati più che evidenti su tutto il tessuto economico mondiale, ma se le grandi aziende ne hanno risentito, le piccole imprese artigianali, molte delle quali sopravvivevano soprattutto grazie ai turisti, hanno affrontato il più grande banco di prova che la vita potesse mettergli di fronte.
Per fortuna in questo triste e complicato periodo non ci sono state solo disgrazie, ma al contrario molte persone hanno riscoperto un’energia rinnovata, si sono rimboccate le maniche e hanno reagito, hanno resistito, tenuto duro, combattuto e dato speranza, non hanno mollato.
L’artista Giuliana Palumbo è una di queste: a gennaio 2021, in piena emergenza pandemica, ha deciso insieme con altre due donne di carattere come lei, di creare un gruppo Facebook chiamato “Compriamo a Napoli”, con lo scopo di aiutare i piccoli imprenditori ed artigiani di Napoli e dintorni a pubblicizzarsi e a mostrare le proprie creazioni anche a distanza, anche con i negozi chiusi e senza clienti, a fare fronte comune e farsi coraggio o anche solo compagnia.
Le lascio la parola.
Ciao Giuliana, raccontaci un po’ di te, della tua arte.

Ciao, io vengo da Napoli, dove ho frequentato il liceo artistico e successivamente studiato Restauro. Dopo diversi anni trascorsi in vari laboratori ho maturato l’idea di spostarmi da Napoli per fare esperienza lavorativa. Sono quindi andata a Londra, città che mi ospita da 6 anni ormai e in cui mi sento ben accetta. Ho iniziato a dipingere murales per i locali, poi durante il lockdown, non potendomi muovere, ho creato una mia linea di quadri su supporti di misure diverse e una di abbigliamento, dipingendo in generale su tutto quello che trovavo in casa.
Com’è nata l’iniziativa “Compriamo a Napoli”?
L’idea nasce sempre durante il lockdown, per far sì che si creasse un canale tra tutti i commercianti, artigiani, imprenditori costretti a rimanere a casa, per promuovere la cultura artigianale napoletana, creare un confronto o anche solo scambiarsi qualche parola di conforto. L’iniziativa è andata molto bene, tant’è vero che, insieme alle altre due amministratrici, Natascia Sperindeo e Annalisa Falco (rispettivamente fashion stylist e avvocato) abbiamo ricevuto un premio ad Ischia ed è stata una grande gratificazione personale.
Come si concilia con il vivere a Londra? Anche a distanza, come senti il legame con la tua città?
La distanza da Napoli ha fatto sì che si accentuasse il bisogno di fare qualcosa per la mia città. Non rinnego Napoli, è stata e sarà per sempre la mia città. Questa è la prova che pure a distanza si può fare qualcosa, anzi riesce anche meglio, si può fare di più perché ci si impegna di più pensando che la distanza possa essere un ostacolo, mentre non lo è affatto, si può fare comunque molto.
Napoli è onnipresente nella tua arte, cosa rappresenta per te?
Napoli è la città in cui sono nata, la mia città. Credo che abbia un potenziale enorme, che è così grande da non aver bisogno di essere promossa, lo fa da sola in maniera molto naturale. Quello che facciamo noi come gruppo “Compriamo a Napoli” è proprio questo: assecondiamo la nostra città, in modo che venga visto il bello, ma andiamo oltre i luoghi comuni semplicistici, la pizza il babà o il mandolino, quello è solo il contorno, lo sfondo, ma non rappresenta la natura primordiale di Napoli.
Napoli è tutta da scoprire, ha proprietà insite che solo chi la ama può comprendere, solo amandola si vede realmente cosa c’è qui e cosa può dare questa città, che è unica al mondo ed emana un’energia di cui ti accorgi subito. Ed è un’energia positiva, al contrario di quello che viene mostrato, si parla solo dei problemi che ci sono, ma vorrei si vedesse anche tutto il resto.
Io la identifico con il Vesuvio, la rappresento come un vulcano che esplode, a cui è ispirato il titolo di una serie di opere, “Il mio Vesuvio”.
Dalla creazione del gruppo, a gennaio, ad oggi i membri sono oltre 6000. Che rapporto si è creato con loro? È un network di relazioni commerciali o va oltre, nella sfera umana?
In pochi mesi abbiamo raggiunto un numero di iscritti importante e questo ha fatto sì che l’entusiasmo crescesse, dandoci la sensazione di aver creato un qualcosa che abbia voce in capitolo, che dia slancio alla cultura partenopea, alle tradizioni, al folklore, tutto ciò che l’artigianato racchiude.
Con alcuni membri del gruppo si è instaurato un rapporto che va oltre i social, ci siamo incontrati e conservo almeno un oggetto di ognuno di loro.
Stiamo lavorando per far crescere questa realtà in modo tale che venga riconosciuta in qualche modo, così come il lavoro di questi artigiani che non si sono fermati nemmeno in lockdown, tenendo duro e continuando a creare, con le serrande abbassate, facendosi compagnia in videochiamata.
C’è ancora tanto da fare, quali sono le prospettive future?
Le prospettive sono tante. “Compriamo a Napoli” non vuole essere solo una vetrina dove pubblicare lavori artigianali di tutti i tipi, quadri, bigiotteria, oggetti dipinti o ricamati, ma il suo fine è dare un messaggio, veicolare tutto ciò che Napoli rappresenta, racchiuso in qualcosa nato inizialmente come un incoraggiamento in un momento difficile, per far sì che diventi qualcosa di ordinario e trasmetta tutta l’energia e la bellezza della città.
Grazie Giuliana, complimenti per l’iniziativa, non è da tutti e merita stima e un grande in bocca al lupo.
Grazie a voi, crepi il lupo.

Napoli 09/12/2021
Articolo a cura di Gianmarco Muriano
Foto di Claudia Del Giudice


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